Sgarbi,
schiaffo a Treviso:
“La pescheria, una zattera”
TREVISO – Attacco a tutto tondo di Vittorio Sgarbi alla Pescheria
e al suo progettista Toni Follina. Nel settimanale Oggi del 21 giugno
ha recensito l’opera dell'architetto trevigiano nella rubrica “Mostri”.
“Al posto dell’isolotto selvaggio, una volta raggiunto da
un solo ponte metallico, ecco una zattera di terra e cemento che vorrebbe
rievocare un battello. Non siamo sulla Senna - scrive Sgarbi. Si tratta
di un’omologazione alle rive della Senna o del Tamigi lontana dalla
singolarità locale. Follina avrebbe potuto sbizzarrirsi nel mercato,
dove invece si è limitato a concepire un anonimo capannone a giorno”.
Raggiunto telefonicamente Sgarbi rincara la dose: ”Suggerisco a
Follina un giro a Vicenza per rendersi conto di come convivano i palazzi
gotici, le facciate di Lorenzo da Bologna e le architetture del Palladio.
Alle volte per non far danni basterebbe copiare. Il termine riqualificazione
invece apre le porte all’estro personale e sono pochissimi quelli
che come Carlo Scarpa o Tadao Ando, per restare a Treviso, riescono ad
innnovare stabilendo un collegamento con la storia del luogo. Purtroppo,
anche in molti altri centri storici italiani, ognuno riqualifica a suo
gusto, mentre occorrerebbero delle norme di legge, che quando ero al governo
ho proposto, che limitassero l’intervento di restauro all’imitazione
di quel che c’è già. In Italia esistono degli architetti,
cosiddetti regolatori, che seguono questa strada e sono Roberto Peregalli,
Gionata Rizzi e Pierluigi Cervellati che anche a Treviso potrebbero progettare
dei restauri immuni da spinte esibizionistiche”.
L’architetto Follina sorride ma non ringrazia: ”Sgarbi è
senz’altro una persona intelligente ma l’architettura non
è il suo mestiere. Egli come critico d’arte è legato
a una corrente pittorica che poco a ha a che vedere con l’architettura
contemporanea e si capisce anche dagli oggetti più ricorrenti delle
sue critiche”.
Non è la prima volta che prende di mira la Pescheria, un’altra
volta la definì un’aragosta. “Sì, mi ricordo,
e in quell’occasione replicai che in fondo era un complimento, una
pescheria che assomiglia a un’aragosta rimane in tema”. Ma
lei ci ha pensato alle rive della Senna? “Macché, se vuol
sapere la verità ho pensato alle chiatte in Laguna e alla loro
copertura che senz’altro non è assimilabile a quella dei
capannoni del Nordest. Inoltre sono rimasto legato alla storia. La realizzazione
dello spazio per la vendita del pesce fresco, nel mezzo del grande bacino
d’acqua a S. Parisio, fu voluta a metà dell’800; il
progetto dell’isola fu commissionato all’ing. Francesco Bomben
nel 1846. Il mio intervento di riqualificazione ha conservato l’impianto
originario del mercato all’aperto senza alterare la memoria del
sito e ha dato all’isola la caratteristica di spazio pubblico flessibile
e plurifunzionale: luogo di commercio, ma anche piazza verde sull'acqua,
luogo di aggregazione e di passeggio. Certo la scelta sui materiali si
può sempre discutere, ma credo che ci vorrebbe una maggior competenza”.
Al di là della polemica sgarbiana l’architetto ricorda come
la Pescheria da lui progettata sia stata recensita dalle più importanti
riviste di architettura internazionali, come The architectural review
e anche dal blasonato Time. L’opera ha inoltre ottenuto la medaglia
di bronzo alla Biennale Internazionale di Miami Beach nel 2005.
Più che a Sgarbi,oggi i pensieri di Toni Follina sono rivolti ad
una grande mostra sulla sua carriera che si terrà entro l’anno
in un paese europeo, al progetto della nuova sede della Provincia all’ex
Ospedale neuropsichiatrico Sant’Artemio a Treviso e alla riqualificazione
del centro storico di Carpi.
Mario Anton Orefice
(Corriere del Veneto, giugno 2006)
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